Di Baricco colpiscono sempre l'acume intellettuale, la scrittura rapida e sferzante e quell'immancabile tocco di teatro: elementi naturali per chi - oltre che scrittore - è anche docente di scrittura e divulgatore culturale. Ma come saggista non lo avevo ancora scoperto. Quindi per me è stata una sorpresa leggere il suo
I barbari. Saggio sulla mutazione. Mi è bastato scorrere le prime pagine per esserne conquistato. È un libro del 2006, ma è ancora attualissimo, forse proprio per quella mancanza di onestà intellettuale che esso stesso denuncia.
La tesi che si sviluppa nella serie di capitoli, composti come puntate per il quotidiano La Repubblica, è che stiamo vivendo una vera e propria mutazione culturale del mondo occidentale che, ben al di là di un normale avvicendamento generazionale, sta dando luogo a uno smantellamento sistematico di tutto l'armamentario mentale ereditato dalla cultura ottocentesca, romantica e borghese. Tale crisi dei modelli culturali del passato provoca, nella percezione collettiva, una sorta di sgomento da invasione barbarica, come se ci trovassimo di fronte a una terra saccheggiata da predatori senza cultura né storia.
La mutazione, secondo Baricco, si sarebbe generata dalla concomitanza di due fattori principali: l'affermarsi di alcune decisive innovazioni tecnologiche (in primis Internet) che hanno compresso spazio e tempo; e l'accesso al regno del desiderio, del consumo e dei privilegi - per la prima volta nella storia - di una gran parte dell'umanità: uno stuolo di homines novi, portatori di quella forza e quella energia in grado di cambiare il corso della storia.
Geniali le pagine su Google e la civiltà giocosa del surfer, contrapposta al modello borghese ottocentesco ancora dominante basato su impegno personale, fatica, dedizione, profondità.
La conclusione che trae l'autore è che bisogna abbandonare l'atteggiamento di rifiuto del nuovo, per accettare l'idea di una mutazione epocale in atto: unico modo questo, secondo Baricco, per poter governare il cambiamento, lasciandovi la nostra personale impronta.
Il
sequel del volume è rappresentato dal geniale
The Game, uscito dodici anni dopo, nel quale Baricco traccerà una vera e propria storia della rivoluzione digitale in atto, portando a compimento le premesse intellettuali e filosofiche delineate ne
I barbari.