Il concetto di Personal Branding è nato nel 1937 in un libro di Napoleon Hill ed è rinato nel 1997 con Tom Peters; più tardi sono apparsi gli esperti di branding come Dan Schawbel e William Arruda.
Il Personal Branding non è dunque solo una moda del momento, ma un tema studiato da tempo.
È il tema dell’“unicità”. Fin dalla creazione della Terra e dell’umanità, l’unicità è stata il motore di tutto.
Parlare di “Personal Branding” vuol dire semplicemente rispondere a queste domande: cosa ci rende unici? Come esprimiamo la nostra unicità? Come ci guadagniamo una reputazione tale per cui gli altri sapranno che la nostra unicità è per loro un valore?
Tenete ben presente questo concetto: l’unicità risiede nella persona, non nel prodotto. Quello che produciamo, che ognuno di noi produce, che sia un’idea, un servizio o un oggetto, è solo l’espressione esteriore di quell’unicità interiore che risiede in ciascuno di noi. Perciò, non lasciatevi scoraggiare dalle parole. “Brand” è solo un sinonimo di “ciò che ci rende unici”.
“Strumenti di branding” è solo un modo diverso di chiamare “il terreno di gioco dove ci esibiamo e mettiamo in mostra la nostra unicità”. Rispetto al 1996 i terreni di gioco sono cambiati, e qui sta il valore di questo libro: li elenca e ci spiega come usarli. Facebook, LinkedIn, Google+, Twitter, le immagini, i video, YouTube, i blog, i blog dei leader di pensiero, le associazioni professionali: per ognuno c’è un breve capitolo di due pagine, da leggere al volo e digerire con calma.
Il risultato è un libro fatto sia per chi crede nel branding sia per chi non ne vuole sapere. Spero che lo leggerete e lo apprezzerete. E mi auguro che scoprirete o riscoprirete la vostra unicità. Perché è questa a rendervi esseri umani così preziosi.
Strada facendo, spero diventerete infinitamente più consapevoli di cosa rende gli altri unici. Perché è questo che vi renderà preziosi in qualunque comunità o contesto vi troverete a essere da oggi in avanti.