Qual è il segreto del successo? È solo questione di talento individuale e di tenacia nel perseguire gli obiettivi? E che cosa differenzia realmente la personalità di colui che eccelle da quella della maggioranza dei suoi simili?
La risposta di Malcolm Gladwell fa vacillare una delle convinzioni più radicate nella società contemporanea, cioè il mito del self made man. E vi riesce osservando con attenzione particolare i «fuoriclasse», le persone giunte all’apice del successo, dai campioni dello sport ai geni della scienza, dai virtuosi della musica agli uomini d’affari multimilionari, e analizzando le loro doti individuali ma anche e soprattutto i dettagli delle loro biografie.
Una corposa parte del libro è dedicata alla famosa “teoria delle 10.000 ore”: partendo da dati scientifici, l’autore ci racconta come la carriera di persone particolarmente “dotate” è il risultato di una preparazione lunga e rigorosa, giungendo alla conclusione che non è possibile eccellere in nessun campo se non ci si è dedicati per almeno 10.000 ore (più o meno dieci anni).
Ma il talento, da una parte, e la determinazione, dall'altra, per quanto indispensabili secondo Gladwell non assicurano il successo: devono essere accompagnati da altri elementi e circostanze, spesso bizzarri e quasi sempre sottovalutati. Questo, sostiene Gladwell, dovrebbe imporre all’attenzione della società la presenza e il ruolo di tali fattori «supplementari», per poter in futuro fornire a tutti pari opportunità di crescita e realizzazione personale.