Una delle più grandi bugie riguardo a noi stessi e alla nostra vera natura a cui abbiamo imparato a credere è che non siamo altro che degli esseri fisici definiti da una realtà materiale, privi di dimensione ed energia vitale. Evitare la verità riguardo alla nostra reale identità non solo ci rende schiavi, ma ci spinge anche ad affermare che siamo esseri limitati che vivono una vita lineare priva di un vero significato.
Siamo creatori divini. Lo siamo quando ci sentiamo motivati e spinti ad acquisire nuove conoscenze. Ma tu e io siamo anche creatori di abitudini. Sviluppiamo abitudini in qualsiasi ambito. Disponiamo di un cervello che ci consente di evolvere passando dal sapere all’esperienza, alla saggezza. Per rendere ciò che impariamo connaturato attraverso la ripetizione dell’esperienza, possiamo insegnare al corpo a diventare la mente; questa è la nostra definizione di abitudine.
Il problema è che abbiamo sviluppato abitudini che limitano la nostra vera grandezza. Le emozioni legate alla sopravvivenza, che creano dipendenza, ci portano a vivere con delle limitazioni. Gli stati mentali correlati allo stress sono la ragione vera per cui ci troviamo a essere controllati dalle nostre emozioni, viviamo sulla base di un denominatore inferiore di energia e siamo schiavi di un insieme di convinzioni radicate nella paura. Questi stati psicologici cosiddetti “normali” vengono accettati dai più come ordinari e comuni. Si tratta di veri e propri “stati alterati di coscienza”.
Per tale ragione, l’ansia, la depressione, la frustrazione, la rabbia, il senso di colpa, il dolore, la preoccupazione e la tristezza (le emozioni normalmente manifestate da miliardi di persone) rappresentano il motivo per cui moltissimi individui vivono una vita priva di equilibrio, che si discosta dal vero sé.
Dal momento che siamo programmati per creare abitudini, perché non facciamo in modo che la vera grandezza, la compassione, il genio, l’ingegno, l’autoaffermazione, l’amore, la consapevolezza, la generosità, la guarigione... diventino le nostre abitudini? Rimuovere gli strati emozionali personali che abbiamo deciso di memorizzare e di far coincidere con la nostra identità; sbarazzarci delle limitazioni egoistiche alle quali abbiamo conferito il potere di condizionarci; abbandonare le false convinzioni e percezioni sulla natura della realtà e del sé; superare gli adattamenti neurali relativi ai tratti distruttivi che minacciano continuamente la nostra evoluzione; rinunciare a tutti quegli atteggiamenti che ci hanno impedito di sapere chi siamo veramente... sono tutti sistemi attraverso i quali possiamo trovare il nostro vero sé.
C’è un aspetto del sé che coincide con un essere benevolo che è nascosto dietro tanti veli. Questo essere corrisponde a ciò che siamo, per esempio, quando non ci sentiamo minacciati, quando non temiamo la sconfitta, quando non cerchiamo di accontentare tutti, quando non facciamo a gara per arrivare al successo e non ci arrampichiamo per arrivare in cima a ogni costo; quando non rimpiangiamo il passato e non ci sentiamo inferiori, privi di speranza, disperati o avidi. Quando superiamo e rimuoviamo ciò che ostacola il nostro infinito potere e il nostro sé, compiamo un gesto nobile, non solo per noi ma per tutta l’umanità.
Pertanto, la più grossa abitudine che potrai mai cambiare è l’abitudine di essere te stesso, e la più grossa abitudine che potrai mai creare è l’abitudine di esprimere il divino attraverso di te. Il che significa vivere la propria vera natura e la propria vera identità. Si tratta di abitare il sé.